Per gli esperti rappresenta la "malattia del millennio e della generazione dei Millenials in particolar modo"
Rughe e colorito spento del viso e persino il collo che finisce vittima dell'utilizzo eccessivo di smartphone e tablet, con la formazione delle cosiddette "Collane di Venere", linee che decorrono in parallelo, circolari, chiamate collane perché le mimano. Ecco alcuni degli effetti del digital aging, l'invecchiamento digitale, che per gli esperti rappresenta la "malattia del millennio e della generazione dei Millenials in particolar modo " e che con il lockdown legato all'emergenza coronavirus ha visto un'amplificazione, legata al fatto che i device hanno rappresentato una forma quasi esclusiva di contatto con il mondo esterno, sia per lavoro che nella vita privata.
Oltre a interrompere i normali ritmi sonno-veglia, a,provocare dolore a collo, testa e spalle, persino problemi ai pollici legati alla digitazione, tablet e telefonini tendono quindi sempre più a invecchiare la pelle. "I danni- spiega Marco Iera, del team di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva della Breast Unit dell'Ospedale Maggiore Policlinico Universitario di Milano, IRCCS Fondazione Cà Grande, che esercita anche presso L'Istituto Clinico Brera- sono provocati dalle radiazioni emesse da questi device che in pratica emettono una luce blu , che si può dire sia pericolosa quanto quella emessa dal sole.
"Staccare gli occhi dal monitor almeno ogni venti minuti- sottolinea Iera- una dieta ricca di antiossidanti che comprende soprattutto frutta e verdura, alimenti ricchi di omega 3 come il pesce azzurro, poi salmone, noci. Inoltre, e' importante un'idratazione corretta della pelle : per questi problemi si consigliano dei sieri a base di vitamina C ed E e anche in medicina estetica quella che viene denominata biorivitalizzazione, che rallenta l'invecchiamento e riattiva il microcircolo, andando a nutrire". Si può poi eseguire ginnastica facciale e muscolare per il collo, e sempre per il collo "vi è anche il mesobotox, procedura in chirurgia ambulatoriale, che prevede l'applicazione di una tossina botulinica più diluita rispetto al normale e infiltrata in un piano più superficiale con la funzione di distendere la pelle". Il sole, in generale ma soprattutto quest'anno che nei primi mesi di primavera si è usciti poco, va bene "in piccole dosi, meglio se non nelle ore centrali della giornata, perché innesca la produzione di vitamina d, sempre con una crema protettiva. Dipende dal tipo di pelle si inizia in genere da una protezione 50 per poi scalare , ma è bene utilizzare anche creme anti aging DA giorno o notte, che hanno polipeptidi o fattori di crescita e che aiutano il processo di riparazione del danno cellulare".
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